(Ottobre 1995) Terzo album ufficiale, più ricco e maturo sul piano ritmico e compositivo grazie anche alla scrittura fluida e tagliente di Skardy e agli interventi come autore di testi di Marco Forieri.
Nella nuova fatica, la band veneziana torna a prediligere in maniera specifica il reggae e il raggamuffin. Ironici e instancabili fustigatori della mentalità ipocrita, affarista e consumistica che ormai da decenni regna sovrana, in questo disco ritroviamo tutti gli argomenti cari a Sir Oliver Skardy e compagni.
Ce n’è per tutti: per i “poteri forti” sempre più arbitri dei destini del mondo (Canbiarà), ma anche per i ragazzi che si impasticcano in discoteca mettendo a repentaglio la propria ed altrui vita (Sbarbo maedeto); per le donne che credono di guadagnare un posto al sole nella società facendosi comprare con il denaro (Fiaba borghese), per gli “squali” che se ne fregano di tutti e tutto in nome del profitto (Afarista, Indiani, quest’ultima dedicata alle popolazioni originarie americane); per quelli che godono di una birra e una pizza tra amici (Pochi ma boni), quelli che si innamorano al Primo incontro, che sognano di emigrare, almeno per un mese, in qualche posto in cui vivere alla grande con un asciugamano sulle spalle e una paglietta in testa (Parti). Infine Olanda – primo singolo estratto dall’album – riprende uno dei “leit-motiv” dei Pitura Freska: la legalizzazione delle droghe leggere!
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@MarcoFurioForieri